Filippine, niente nuova buona nuova….si dice!
Ma non sempre è così.

Dopo il tifone del novembre 2013 poche sono state le notizie riportate dalle testate giornalistiche, su internet ecc. Ma le Filippine esistono ancora, eccome se esistono! Con la loro sempre meravigliosa ed esuberante bellezza, con le loro contraddizioni infinite e con i sorrisi, nonostante tutto!, sui volti dei bambini e degli adulti.

Corriere Trentino - scarica il PDF

GAV | 11 Casette a Mabini

Ma vivere nelle Filippine per i più non è semplice. Lo abbiamo visto, conosciuto attraverso articoli delle associazioni trentine che operano in questo arcipelago di oltre 7100 isole. Ed in questo momento vivere non risulta più facile di qualche mese fa. Le ultime notizie pervenute dalle missionarie che il GAV e l’Associazione Via Pacis seguono costantemente non sono rosee. Con l’elezione del nuovo presidente Duterte c’è ora qualche preoccupazione in più.
Dalle mail e dai contatti via skype giunge la preoccupazione dei missionari, ma non solo loro, sulla lotta al crimine che si sta perpetrando con metodi non affatto democratici. L’ex sindaco della città di Davao, nell’isola meridionale di Mindanao, ha promesso una guerra senza pietà: si è impegnato a ripristinare la pena di morte nel paese e ha dichiarato che darà alle forze dell’ordine il permesso di sparare a vista ai sospetti criminali. Milioni di filippini credono che Duterte renderà le strade più sicure, ma molti altri temono che l’uso della forza da parte del governo farà aumentare la violenza nella società. [internazionale.it 17.06.16)
E il 20.16.16 ancora su internazionale.it appaiono queste notizie: Operazioni contro il traffico di droga nelle Filippine, undici morti. La polizia filippina ha ucciso undici presunti spacciatori in una serie di operazioni contro il traffico di droga condotte in tutto il paese nel fine settimana. Il giro di vite precede l’entrata in carica, il 30 giugno, del nuovo presidente Rodrigo Duterte, che ha promesso lotta dura alla criminalità. Chiamato “il giustiziere” per il suo atteggiamento sprezzante nei confronti dei diritti umani, Duterte ha aperto alla possibilità di reintrodurre la pena di morte attraverso l’impiccagione.

Ma ancor prima la preoccupazione dei missionari è palpabile. Il voto della popolazione dato “per disperazione” per la stanchezza di rimanere nella stessa situazione, per uscire dalla corruzione e povertà. Duterte ha promesso di ripulire il paese da tutti questi mali in soli sei mesi… di uccidere tutti gli spacciatori di droga e autori di altri crimini, ha promesso di essere un polso di ferro per tutti e con tutti. Mail Sr Rosanna Favero 17.05.16
Davao, dove era sindaco, vedeva criminalità e povertà minime. Questo ha convinto la popolazione a votare per lui nonostante i consigli della Chiesa che conoscevano molto bene la situazione.
Per il dopo elezioni si leggono però le notizie non confortanti citate all’inizio.

Ma non tutto nelle Filippine è tragedia! Per fortuna le nostre missionarie stanno operando ,anche se in situazioni di assoluta povertà, per la promozione umana dedicando tutto il loro tempo ai carcerati, alle famiglie, ai bambini. Sr Rosanna scrive nella sua ultima lettera inviata a Via Pacis: … Il mese scorso si è concluso l’anno scolastico 2015-2016 e valutando l’insieme dei risultati, possiamo dire che anche questo è stato un anno positivo. Solo una piccolissima parte dei 1578 ragazzi sostenuti a distanza nei loro studi non hanno ottenuto la promozione e questa notizia è motivo di gioioso orgoglio per loro stessi e per tutti noi che collaboriamo alla loro crescita e al loro futuro. Sono certa che anche voi sostenitori provate questi stessi sentimenti, nel conoscere l’esito del loro impegno scolastico e vedendo quanto sono cresciuti.
Nei loro brevi scritti vi comunicano la gratitudine perché contribuite al loro apprendimento e alla loro crescita. Le fatiche non mancano, così come povertà, problematiche familiari, malattie, insufficienti risorse… cose che fanno parte dell’esperienza quotidiana dei nostri ragazzi, eppure, anche in queste realtà – a volte realmente invivibili – vediamo nascere la speranza, la voglia di imparare e credere che il vostro aiuto può trasformare al loro vita e quella dei loro cari. A voi il nostro abbraccio e la nostra gratitudine. Suor Rosanna Favero
E nel carcere sr. Margherita Tiburzi spiega chela situazione non è delle migliori e si fa quel che si può, almeno alcune parole di conforto, cercare l’avvocato che può aiutare, pagare le spese dell’ospedale… sono andata a trovare un uomo ricoverato in ospedale, ma che pena! ospedali dove si accumulano persone che sembrano non più persone, ma numeri buttati lì senza cuscino, lenzuolo o altre cose indispensabili. Il desiderio di voler uscire da li; e desiderare di morire in carcere dove , dicono, “almeno abbiamo I compagni che stanno con noi. Qui nessuno ti guarda. Meno male che almeno ci siete voi questo è un grande sollievo per me!” E ti abbraccia con grande sentimento, mentre piange. ” Voglio morire – dice sempre- la sofferenza è troppa, e sono solo!” quanto ci si sente impotenti!

Ma ci sono anche le cose belle, la congregazione di Sr. Margherita con il progetto “il ponte di riso” (offerte che arrivano dalla Polonia) aiuta la Parrocchia nel servizio importantissimo di offrire un pasto sostanzioso al giorno a 90 bambini. Progetto che vede la partecipazione dei bambini di ieri che furono adottati che, ora divenuti giovani, si sono trasformati in volontari importanti! Dal progetto di ieri nasce il progetto di oggi! L’educazione e la generosità quando entrano in una persona ne fanno parte per tutta la vita, e chi ha ricevuto dona! Una bella sorpresa per le nostre suore e per noi che seguiamo da lontano.
Ma questa non è solo l’unica bella notizia che ci perviene!

GAV | 11 Casette a Mabini
GAV | 11 Casette a Mabini
GAV | 11 Casette a Mabini
GAV | 11 Casette a Mabini

Le due associazioni Via Pacis e GAV immediatamente dopo il tifone devastante Hayan del novembre 2013 si sono attivate costruendo alcune casette unifamiliari a Burì ed a Mabini.

I primi due progetti a Burì prevedevano in totale la costruzione di dodici casette con giardino ed orto (con contributi della PAT), che terminate in tempi record sono state immediatamente occupate da alcune famiglie.

Il secondo progetto vede da agosto 2015 il completamento di 20 case unifamiliari a Mabini, ed anche qui le costruzioni sono state subito abitate dalle poverissime famiglie e qualche neonato che ha visto la luce nelle “casette trentine”, circa 120 persone ora hanno una casa. Edifici belli da vedere, comodi da abitare, essenziali e semplici, ma con tutti i confort che richiede il Paese. Un nuovo sobborgo ben inserito nel contesto complessivo del villaggio, con spazi esterni verdi per la vita in comune, come di abitudine nel Paese.

Progetto questo ultimo eseguito su invito esplicito della PAT di aderire al progetto finalizzato all’attuazione di interventi di emergenza nelle Filippine. Le due associazioni hanno colto immediatamente l’opportunità di questo incarico conoscendo la provvisorietà e la tragicità della vita che stava affrontando la popolazione dell’isola di Mindoro. Una cordata di persone che si è lasciata coinvolgere da più enti trentini (PAT- Servizio Solidarietà Internazionale, Cooperazione trentina, dipendenti provinciali, …) e dai molti privati che hanno aderito al progetto delle due associazioni con offerte e donazioni.

Ma quali sono stati gli elementi che hanno contraddistinto questi progetti? Innanzi tutto la lungimiranza e la sensibilità della Congregazione e della madre superiora Suor Rosanna Favero unitamente alle associazioni via Pacis e GAV. La tempistica certamente è il primo fattore da rilevare, ancora in grande contrasto con i tempi dei lavori promessi e non ancora eseguiti dal governo filippino.

A seguire certamente la generosità del popolo filippino che guarda all’altro prima di guardare a se stesso, almeno nella popolazione di fascia più povera. Si fa presente che al momento della designazione delle famiglie (con sondaggio tra le stesse) nessuna ha nominato la propria nonostante le evidenti importanti necessità di ognuna. L a consapevolezza da parte della popolazione che il progetto sarebbe stato importante per loro, popolazione che quindi si è messa a disposizione anche con il lavoro più faticoso ed umile della costruzione, portando per ore i materiali edili a destinazione.

Quindi la collaborazione e la fiducia accresciute tra i due partner, GAV e Congregazione; l’amicizia e la collaborazione consolidata, e sicuramente più forte, tra le due associazioni trentine che hanno operato congiuntamente per il popolo filippino fin dal 2012 con la pubblicazione del volume “Filippine. Un mondo poco conosciuto”.

Riportiamo la mail del dicembre scorso di Sr. Rosanna al GAV riguardo i progetti:
… c’è stata collaborazione nei lavori di costruzione e anche se ognuno nutriva la speranza di avere poi la casetta non si sono tirati indietro nel lavoro. Certo a Buri l’esperienza è stata diversa perché il villaggio è più unito, immagina che per raggiungerlo ci vogliono quasi due ore quindi le difficoltà creano più unità e comunione.
Le famiglie a cui sono state date le casette in Mabini non risiedevano tutte nella stessa area. Abbiamo fatto una scelta fra i più bisognosi, alcuni vivevano nelle baracche costruite abusivamente sotto il ponte che permette di attraversare un canale d’acqua che sfocia poi nel mare. E’ un’area molto a rischio e il tifone aveva spazzato via proprio tutto lasciando per giorni il luogo allagato. La famiglia Basco viene proprio da li’, per lungo tempo è vissuta senza una fissa dimora trovando riparo nelle baracche del mercato di verdura. Ora hanno una casa tutta loro, lì è nato tre mesi fa un bambino che a differenza degli altri fratellini ha trovato un ambiente sano ad accoglierlo. Il papà continua a lavorare come raccoglitore di immondizie ma non le accumula in casa e questo li aiuta a vivere meglio.
La famiglia Mangsakay viveva invece vicino al mare e anche loro son dovuti fuggire quella notte e al rientro non avevano più nulla. Il figlio ammalato è deceduto poco prima di poter conoscere che i suoi genitori e figli (la moglie aveva lasciato la famiglia qualche anno fa) avevano una casa propria.
Del gruppo GAV anche la famiglia Alerta, entrambi i genitori hanno lasciato i figli, è il più grande che si prende cura di loro, ha dovuto lasciare la scuola media incompleta e lavora come bracciante, il suo grande sogno poter dare un alloggio sicuro ai fratelli e GAV ha risposto al suo sogno. Durante la mia ultima visita a fine novembre mi ha confidato che ora riuscira’ a perdonare i suoi genitori.
Un accenno anche alla famiglia Balabis, sei figli di cui uno con difficolta’ motorie e che pensavano non avesse speranza di riuscire a camminare e parlare. Gli stimoli del vivere insieme… le casette sono vicine e con tanti bambini e adulti ha avuto più stimoli… Tanti piccoli miracoli, beh non proprio piccoli.
Ti ho già detto del beneficio del vivere insieme, anche se alcune famiglie (le ultime casette sono state terminate da poco) sono arrivate al villaggio da poco, si vedono i progressi. C’è più disciplina e questo da’ dignità non solo ai luoghi ma alle persone. Più spirito di collaborazione, si aiutano a badare ai bambini quando qualche mamma si deve assentare, l’uso di alcool che purtroppo è il cancro dei poveri, è proibito e anche se non posso dire che questo avviene al 100% c’è la coscienza che questo stile di vita deve cambiare almeno per timore di perdere la casa.
Un aspetto di cui mi sento proprio grata e fiera sono i bambini, vanno tutti a scuola, cosa che non accadeva prima e questo per me è un grande successo e speranza di futuro.
Insomma c’è vita migliore e speranza e questo grazie al GAV e a Mariagrazia instancabile con la mente e con il cuore… sento dalle tue parole che la tua preoccupazione di aiutare è motivata da un cuore che vuole il bene dei fratelli anche quelli di cui non conosci le storie e i volti e questo rende ancora più meraviglioso e fruttuoso il tuo operato. Grazie Mariagrazia, un abbraccio!!! – Sr. Rosanna

Ci permettiamo quindi a questo punto di fare una considerazione: fa più la determinazione e la volontà delle piccole associazioni di volontariato che le iniziative intraprese dagli apparati statali preposti.
Con le poche forze ma con il cuore grande del volontariato si può fare molto per soddisfare almeno le esigenze più impellenti di chi si trova nel bisogno.