Scuola di economia domestica a Kibaigwa – Dodoma – Tanzania”

Luogo: Kibaigwa – Dodoma – Tanzania
Controparte: Istituto delle Sorelle Misericordiose di Rionero in Vulture “Merciful Sisters Mission Santina Collani” con sede a Dodoma, in Tanzania.
La Congregazione è stata fondata da Padre Achille Fosco dei Frati Minori Conventuali e da Madre Francesca Semporini, nell’anno 1947 in Rionero in Vulture (Potenza). La loro vuole essere una risposta generosa all’appassionato appello di Papa Pio XII, per la salvezza dei bambini abbandonati, facendo propria la finalità di esercizio di tutte le opere di misericordia spirituali e corporali secondo i bisogni dei tempi e dei luoghi.

GAV | Scuola economia domestica – Kibaigwa

La Congregazione è estesa oltre che in Italia (con 25 suore e con varie case di spiritualità, ospizi, case estive per anziani, asili) anche nelle Filippine da 22 anni contando 22 suore filippine e 5 postulanti, ed in Africa da 12 anni con 10 suore e tre postulanti.La loro vuole essere una risposta generosa all’appassionato appello di Papa Pio XII, per la salvezza dei bambini abbandonati, facendo propria la finalità di esercizio di tutte le opere di misericordia spirituali e corporali secondo i bisogni dei tempi e dei luoghi. La Congregazione è estesa oltre che in Italia (con 25 suore e con varie case di spiritualità, ospizi, case estive per anziani, asili) anche nelle Filippine da 22 anni contando 22 suore filippine e 5 postulanti, ed in Africa da 12 anni con 10 suore e tre postulanti.

Soluzione proposta:

Tutto nasce da una richiesta dell’attuale responsabile dell’ostello femminile della scuola di S. Pio, che vive la situazione sociale della zona limitrofa a Kibaigwa stessa. Suor Liliana premeva per accogliere nel convitto anche alcune ragazze che avevano gravi necessità, anche se non frequentanti la scuola superiore. Ma, oltre ai problemi di spazio nell’edificio, la struttura non poteva aprirsi a bisogni così urgenti e gravi, mescolando i rilevanti problemi sociali, nonché psicologici, di queste con le problematiche squisitamente scolastiche delle altre giovani.

Non si sarebbe potuto dare educazione adeguata né alle studentesse, né alle giovani bisognose di altro tipo di aiuto.

La nuova scuola è stata costruita nel 2007; sorge a Kibaigwa, a 110 km. da Dodoma e a 360 km. da Dar Es Saalam. Il centro di Kibaigwa sorge su un altopiano a 1.200 m. sul livello del mare ed è collegato alle due importanti città da una strada asfaltata e dalla ferrovia.

La zona di Kibaigwa comprende 14 villaggi dispersi sul territorio e distanti tra loro da 10-15 km. fino a 40 km. Le strade che li congiungono sono sterrate, impercorribili durante il periodo delle piogge, se non con mezzi idonei. Ma queste strade vengono utilizzate prevalentemente dalla gente locale con l’unico mezzo di locomozione a loro concesso, le gambe. Il sindaco di Kibaigwa è supportato nelle sue funzioni amministrative da un rappresentante per ogni villaggio.

L’edificio è stato studiato ad un unico piano, leggermente rialzato rispetto al piano di campagna.. La tipologia è a ferro di cavallo con 3 edifici staccati tra loro.

L’ala laterale di sinistra comprende la cucina, il refettorio delle ragazze, la biblioteca, la direzione con adiacente un soggiorno per le visite alle ragazze, un piccolo appartamento per la famiglia del custode formata da 4 persone. L’ala di destra è composta da due camere per insegnanti o sorveglianti, due camere con 10 posti letto per le ragazze che saranno ospiti fisse, con i bagni completi di box doccia e due aule per le lezioni.

La parte centrale è adibita a cappella/sala riunioni (tutte le chiese in Tanzania hanno questa doppia funzione, religiosa e di ritrovo per la popolazione); le camere per le suore, sorveglianti ed educatrici, la lavanderia con la stireria, la sala ed il refettorio per le suore e gli ospiti (genitori e parenti che intendono visitare le loro figlie, esperti invitati per sovrintendere nonché a partecipare a riunioni e convegni per affrontare problematiche che saranno d aiuto per l’educazione e la formazione delle adolescenti); i bagni aperti a tutti gli utenti dell’istituto.

Kibaigwa: L’economia si basa fondamentalmente sull’agricoltura e sull’allevamento: si coltivano mais, fagioli, arachidi e girasole (con la conseguente produzione di olio) e si allevano animali da cortile come anatre, polli, capre, e bovini.

La produzione del mais si sta rilevando molto importante per la zona, che è diventata così un grosso centro di riferimento per questo tipo di coltivazione, determinando anche un notevole aumento di popolazione. I villaggi che ospitano queste genti sono però molto poveri. Le abitazioni sono costruite con terra e paglia (le classiche capanne africane) senza servizi e con la cucina esterna. Il lavoro nei campi e l’impegno familiare gravano entrambi sulla popolazione femminile che ne subisce le conseguenze. Benché il lavoro che svolge sia il più pesante, la donna non ha nessuna possibilità di far valere le proprie ragioni e dall’uomo è considerata al pari di una schiava. Molte ragazze, soprattutto adolescenti, vivono in situazioni di disagio molto grave. Non ricevono educazione da parte delle famiglie che, d’altronde, a stento e non sempre, riescono a procurare un pasto giornaliero. Essendo molto povere non riescono a frequentare nemmeno la scuola primaria. L’abbandono così risulta essere spesso la soluzione più facile. Vengono spesso vendute dalle loro famiglie in cambio di bestiame, od obbligate a sposarsi con ragazzi che nemmeno conoscono. Molte di loro sono sfruttate sessualmente, e contraggono malattie veneree, spesso anche la lebbra del secolo africana, l’AIDS, che sta notevolmente riducendo la popolazione dei villaggi. Le ragazze frequentemente rimangono in stato interessante e sono indotte ad abortire, con mezzi non proprio idonei, rischiando anche la loro giovane vita. I bambini che comunque riescono a venire al mondo sono candidati ad essere i futuri bambini di strada dell’Africa, abbandonati a se stessi, senza casa né famiglia, allo sbando ancora da piccolissimi.

Il bisogno individuato è quindi quello di dare accoglienza ed aiuto a tali ragazze all’interno della nuova struttura, dove riceveranno istruzione ed impareranno un mestiere che le potrà rendere autonome e capaci di crearsi una famiglia all’interno della propria comunità. Le utenti di questo progetto frequenteranno lezioni base per una formazione scolastica che non hanno potuto avere dalla scuola primaria, ed una educazione generale riguardante la salute, la cucina, il cucito, il ricamo, l’agricoltura (nonché la morale cristiana per i credenti in questa religione).

Mentre si sta costruendo un futuro migliore per i giovani che iniziano le scuole primarie e per quelli che stanno arrivando al completamento degli studi delle scuole superiori di S. Pio, non possiamo non vedere e non porre l’attenzione a chi non può o non è in grado per gravi motivi familiari e sociali di frequentare una scuola di tale tipo per avere un’istruzione adeguata. Padre Kizito del Mthunzi Centre nello Zambia ci ha insegnato che: “L’impegno per la costruzione di un futuro migliore per tutti non può essere disgiunto dall’attenzione a chi oggi ha bisogno di una mano amica…”

Le giovani adolescenti dei villaggi di Kibaigwa ricevono dalla Congregazione una mano amica che le aiuta migliorare il loro futuro di donne, mettendole in grado di condurre le loro famiglie verso una società migliore, a testa alta, con dignità e rispetto.

Obiettivo generale

L’obiettivo a cui il progetto mira è quello di aiutare le adolescenti che all’interno delle loro famiglie non solo non hanno ricevuto educazione ed attenzioni, ma nemmeno soddisfazione dei bisogni primari. Talvolta esse hanno addirittura subito violenze e maltrattamenti fisici all’interno della sfera familiare e fin dai primi anni di vita.

Le giovani sono accolte nella nuova casa/scuola con duplice modalità: servizio diurno, per chi ha la possibilità di tornare a casa la sera, e servizio di vitto e alloggio per chi ne avesse la necessità. Le ragazze hanno un’età compresa tra i 12 e i 20 anni.

A pieno ritmo la casa potrà ospitare circa 40 ospiti, 20 fisse e altre 20 con servizio diurno.

Si cerca così di migliorare la situazione economico-sociale dei villaggi circostanti Kibaigwa, portando aiuto alle famiglie più bisognose, portando istruzione ed educazione, migliorando la situazione sanitaria e tentando di ridimensionare anche la piaga dell’AIDS.

All’interno della casa vengono effettuate anche riunioni con personale esperto per donne adulte, mamme di famiglia, puntando ad educarle all’essere donne e madri, per ridurre l’abbandono minorile e per avere adolescenti più serene.

Si intende promuovere la crescita umana femminile per il raggiungere il rispetto di sé e per ottenere rispetto dalla controparte maschile.

Obiettivi specifici

Gli obiettivi specifici che si intendono raggiungere sono legati tra loro da un filo conduttore, l’istruzione, che, articolata nei suoi vari aspetti, è la base di formazione di ogni persona e società, capace di rendere la persona cosciente e rispettosa di se stessa dandole una speranza di vita dignitosa.

Si intende togliere giovani vite alla violenza e ai maltrattamenti familiari, dare più coscienza del proprio essere persona, per poter rispettare ed essere rispettate. Si intende migliorare la condizione femminile che in Africa, in molti villaggi, è ancora alla stregua dello schiavismo. Si può ragionevolmente pensare di raggiungere l’obiettivo di formare la donna rendendola capace di pensare e di agire con il proprio sentimento, rendendola libera di scegliere la vita che più le si addice. La nuova famiglia così sarà aiutata da donne consce del proprio essere, libere di lavorare nell’ambito che più si confà loro, capaci di aiutare i propri figli a crescere sani e con la voglia di creare una società migliore.

Ci si prefigge di diminuire il tasso di analfabetismo di queste giovani vite del circondario di Kibaigwa.

Si vuole ridurre l’AIDS ed il tasso di aborti in età adolescenziale dovuti alle violenze subite sia all’interno che all’esterno della famiglia. Si ridurrà così anche l’abbandono dei neonati da parte delle madri, comportamento frutto anch’esso dell’indigenza e della miseria intellettuale.
Si potranno aiutare così tutte le famiglie che si trovano in difficoltà a dare educazione
ed istruzione adeguate, oltreché istruzione morale e religiosa.

Risultati attesi

I risultati concreti che la Congregazione delle Sorelle Misericordiose ed il Gruppo Autonomo Volontari per la Cooperazione e lo Sviluppo del Terzo Mondo si prefiggono di raggiungere con questo progetto sono sicuramente:
– Sottrarre alle violenze e ai maltrattamenti familiari e non, almeno 20 ragazze all’anno (considerando un corso di durata biennale);
– ridurre la possibilità di contrarre malattie veneree in età giovanile, con riduzione di aborti indotti e abbandoni di neonati;
– accogliere giovani ragazze fuggite di casa o abbandonate, aiutandole, se possibile, al reinserimento in famiglia;
– alfabetizzare ogni anno 40 ragazze che non hanno avuto istruzione prima dell’età adolescenziale;
– l’insegnamento alle giovani di un lavoro che permetterà loro di potersi mantenere, divenute adulte;
– formare la donna che domani sarà in grado di condurre una vita familiare consapevole responsabile capace di educare i propri figli, non abbandonandoli a se stessi;
– aiutare le donne adulte, che richiedono aiuto, nella conduzione familiare, a livello sia economico, che sanitario e morale;
– rendere consapevole la donna del suo ruolo di pilastro economico-educativo-organizzativo non solo all’interno della famiglia ma nel tessuto sociale tutto,
– potenziare “l’imprenditorialità femminile” e, da consuetudine atavica, farla diventare comportamento cosciente e, nel divenire, sempre migliorabile.